giovedì 10 dicembre 2009

Recensione Muramasa-The demon's blade-(Wii)


MURAMASA-The demon's blade-

Piattaforma-Wii
Sviluppatore-Vanillaware
Produttore-Rising Star Games
Data uscita-2009

Toh, dopo eoni passati a deprimersi di fronte a immondizie ludiche invereconde, finalmente, possiamo dire di recensire un VIDEOGIOCO!
Si cari lettori, non sto scherzando, anche se può sembrare un miraggio ancora oggi qualcuno si ostina a creare videogiochi degni di esser chiamati tali.

Siccome siamo tipi abbastanza schietti e sinceri al pari della birra con il baffo sull'etichetta, partiamo subito in quarta marcia senza tanti giri di parole:

Muramasa è bello, fottutamente bello, schifosamente bello, vergognosamente bello.

Le immagini di questa poesia di codice le avevamo viste già da un bel po di tempo quindi in parte eravamo preparati allo splendore che ci si sarebbe parato di fronte:
eravamo già rimasti adeguatamente ammaliati dagli sprites dettagliati, da fondali di commovente bellezza, dal tributo estetico-artistico che Vanillaware ha voluto fare al Giappone del periodo Genroku.
Muramasa è un omaggio a un modo di far videogiochi che si credeva oramai perduto, ottenebrato da tonnellate di sterili poligoni texturizzati: ci si parerà di fronte una bidimensione altamente pittorica e nostalgica, ma altresì tecnologicamente avanzata e al passo con i tempi tanto che questo si annovera come uno dei giochi più impressionanti graficamente visti su Wii(e non solo...non solo).
Ma vi preghiamo in ginocchio di non pensare a Muramasa come un mero esercizio di estetica: dietro il suo splendido aspetto vi è di più, molto di più.
Muramasa è un picchia picchia a scorrimento, uno di quei generi di cui sentivamo molto la mancanza dai bei tempi di Golden Axe, Final Fight et similia e, se ad una prima occhiata distratta, il concept può sembrare noioso e ripetitivo, approfondendo bene l'opera Vanillaware, essa si mostra in tutta la sua profondità:
anche se per il sistema di controllo si è propeso per la semplicità, le numerosissime orde di nemici, l'articolato sistema di combo e gli elementi gdr, fan si che non vi si annoi praticamente mai.
Parlavamo degli elementi ruolistici: Pur essendo Muramasa un action puro, per andare avanti nel gioco dovremo necessariamente "evolvere" il nostro personaggio come nel più classico dei giochi di ruolo: dovremo potenziare il suo livello, le sue statistiche offensive e difensive e le sue armi.
Le spade poi son tantissime(più di 100 tra quelle forgiabili da Senji Muramasa in persona e quelle che sottrarremo ai boss di fine livello) tutte estremamente differenziate fra loro sia esteticamente che nei loro poteri e ciò unito agli elementi di cui parlavamo sopra dona a questo gioco una profondità inaudita per un hack n' slash.

Ma trascendiamo di nuovo dai tecnicismi e continuiamo a parlare di questo Muramasa dal punto di vista che più ci piace adottare in questi lidi: ovvero parliamo delle emozioni che questo gioco ci da.
Nonostante il ritmo di gioco sia estremamente serrato, Muramasa richiede continuamente di essere ammirato, non si può trascendere da ciò.
Oltre allo strapotere estetico dei disegni che appare altresì ovvio già al primo sguardo, a stupire nel tempo poi è lo splendore con cui è stata messa su l'impalcatura estetica: lo scrolling laterale ci si para di fronte come fosse un palcoscenico di teatro kabuki, il parallasse regna supremo e porta il nostro sguardo a perdersi lontano nell'orizzonte salvo poi riportarci drammaticamente sulla terra quando ci si pareranno di fronte i monumentali boss di fine livello, splendidamente caratterizzati e dalle dimensioni strabordanti tanto che spesso non basta l'intero schermo a contenerli.
Ad accompagnare il tutto poi ci pensa una colonna sonora idilliaca, composta da splendidi arrangiamenti di musica folkloristica nipponica.
Come concludere questo articolo?
Potremmo metterci a parlare ancora di tecnicismo, parlare di longevità e di molto altro, ma non lo faremo perchè non ce ne può fregar di meno di esporvi ancora tecnicismi di sorta di fronte a una tale perla di accecante bellezza.
Quello che ci preme dirvi invece è che questo Muramasa è un gioco che si compra da solo e che di conseguenza giustifica da solo l'esistenza della bianca console Nintendo.
Non è un gioco da otaku questo(anche se immaginiamo che alcuni lo compreranno viste le tematiche giapponesi a cui pare non riescano a resistere nemmeno sotto tortura), che i casual gamer continuino pure a credere che la loro bianca console sia un centro benessere, come diceva qualche giorno fa un mio amico "la cultura purtroppo non è per tutti semplicemente perché non tutti riescono ad apprezzarla" e Muramasa questo è: un saggio di cultura ludica, un trattato di ricerca dell'essenza pura e poetica del videogioco non contaminato da preconcetti di natura commerciale come non se ne vedevano da tempo e come, crediamo, non se ne vedranno per un bel pezzo.
Sicuramente non venderà una mazza ma va bene così...come dicevamo prima "la cultura non è per tutti", se purtroppo o per fortuna non sta a noi deciderlo, in questa sede ci limitiamo solo a trattare questa opera con il piglio che merita omaggiandone la poetica e la ricerca conservatrice ma altresì avanguardista e lungimirante che vi è insita.

Voto-9
Pregi
-Trattato di cultura ludica
-Esteticamente orgasmico
Difetti
-La cultura non è per tutti
Luca "Dracula83" Paternesi

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Luca Paternesi(Amministratore)

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Andrea Marchi(Redattore)

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